Curiosità veneziane, dal libro “I ponti di Venezia” di Tiziano Rizzo.
A San Trovaso, Sestiere di Dorsoduro a Venezia, è una struttura in pietra; arco normale con spallette in ferro. La casa che è ai piedi del ponte delle maravegie, ovvero delle meraviglie, fa angolo con calle della Toletta, fu abitata da Belisanda Maraviglia o Maravegia, moglie di Pietro Albino, gran cancelliere di Cipro. Il primo luglio 1570, quando a Cipro sbarcarono i turchi, Belisanda fu fatta prigioniera con le altre mille cristiane e con esse trascinata in una nave. Piuttosto che rimanere schiava del feroce nemico, l’eroica donna veneziana incendiò la nave nella quale era stata forzatamente imbarcata, trovando orribile morte insieme alle sue infelici compagne. Se non vi è dubbio che il ponte prenda nome dalla famiglia di Belisanda Maravegia, non va dimenticato come la fantasia popolare interpreti poeticamente tale denominazione. Secondo una prima tradizione, il ponte sarebbe stato costruito in una sola notte, con grande meraviglia di chi, veduto la sera il materiale disposto sulla fondamenta vicina, il mattino seguente trovò il ponte bell’e compiuto. La seconda tradizione racconta che qui presso abitavano sei sorelle bellissime, e una brutta. La casa era frequentata da un aitante barcaiolo, sempre festeggiato dalle sei belle e trascurato, anzi sfuggito, dalla sorella brutta. Avvenne che il barcaiolo s’ammalò gravemente e andava sempre più perdendo il suo vigore, tanto che credette di essere stato stregato dalla settima sorella. Approfittando dell’assenza del padre delle sette sorelle, una sera sul tardi il giovane si diresse alla casa per vendicarsi della malìa subìta: ma, giunto al ponte, vide la brutta giovane inginocchiata a pregare con gli occhi rivolti al cielo volgendo lo sguardo nella medesima direzione e vide splendere sette stelle, delle quali sei fulgidissime e una smorta. Fermatosi a ammirarle, il barcaiolo notò che a poco a poco le sei stelle fulgenti andavano spegnendosi, mentre la settima acquistava vivezza e splendore. Giunto alla casa, ebbe dalla ragazza la confessione di un appassionato e segreto amore: inginocchiata presso la finestra la poveretta aveva pregato Dio per la salute del giovane, invocando il di morire lei stessa in sua vece. Conquistato da tanta dedizione nascosta dietro il velo della timidezza e dell’amor di Dio, il bel barcaiolo, non solo fu acceso da improvviso amore per la fanciulla, ma guarì dal suo male, acquistò meravigliosamente la propria gagliardia, vinse la regata e, fatalmente, finì col prendere moglie. A pochi passi dal ponte, che varca il Rio di San Trovaso, sulla fondamenta Sangiantofetti si leva il cinquecentesco Palazzo Bollani ora sede del Lice Ginnasio “Marco Polo”; di fronte, sulla fondamenta Nani, Palazzo Giustinian, architettura del XVII secolo.